
Sintomi dell’insulinoresistenza
Ci sono persone che pur seguendo una dieta corretta e facendo movimento fisico, non riescono a perdere peso in alcun modo. A questa problematica si associano talvolta dei sintomi particolari, come la perdita di fame. In altri casi invece succede esattamente l’opposto e si manifesta un forte desiderio di cibo dolce e più raramente di cibo salato.
Le persone che presentano questi sintomi sono solitamente in sovrappeso e hanno un accumulo di grasso addominale importante. Spesso queste persone hanno anche familiari che hanno avuto o hanno problemi di diabete o anomalie legate all’assimilazione degli zuccheri. L’accumulo di grasso in genere non si manifesta solo esternamente (grasso sottocutaneo), ma anche internamente (grasso viscerale) e si presenta compatto, dando all’addome una conformazione ad anguria. Questa è riconoscibile soprattutto negli uomini che a volte, pur essendo magri nel resto del corpo, si ritrovano con ”la pancia”.
Nelle donne invece una maggiore distribuzione del grasso rende meno evidente questo fenomeno, ma le conseguenze negative sono le stesse. Vediamo insieme le cause della resistenza all’insulina che possono essere ormonali, genetiche o farmacologiche.

Glicemia: cos’è?
Quando mangiamo carboidrati semplici o complessi – frutta, pasta, pane, fette biscottate, etc. – gli zuccheri contenuti in questi alimenti raggiungono il sangue a seguito della digestione. La glicemia ci indica la quantità di zucchero presente nel sangue in un determinato momento. Se assumiamo zuccheri semplici, come quelli contenuti in dolci, marmellate, zucchero da cucina, la glicemia sale molto velocemente. Se mangiamo carboidrati complessi, come pane, pasta, riso, fette biscottate, la glicemia sale più lentamente, soprattutto se le farine sono integrali.
Glicemia e insulinoresistenza
Quando la glicemia raggiunge una certa soglia, l’organismo produce un ormone chiamato ‘’insulina’’ che promuove il passaggio dello zucchero dal sangue alle cellule, dove viene utilizzato. Questo meccanismo fa sì che i livelli di zucchero nel sangue non salgano e non scendano mai oltre determinati valori consentendo all’organismo di avere “combustibile” in modo costante e continuo. Può succedere tuttavia che l’insulina di alcune persone non svolga correttamente il suo lavoro e che questi soggetti abbiano una scarsa sensibilità all’insulina (insulinoresistenza).
Effetti negativi della resistenza all’insulina
Se l’insulina non opera come dovrebbe, il livello di zuccheri circolanti nel sangue fatica a scendere e di conseguenza l’organismo produce più insulina per compensare (iperinsulinemia). Questo causa due problemi fondamentali: l’insulina è un ormone che favorisce la produzione e l’accumulo dei grassi, per questo chi ha questo problema fa molta più fatica a dimagrire.
A lungo andare un’eccessiva produzione di insulina fa sì che le cellule nel pancreas che la producono si logorino. Questo si manifesta con una riduzione graduale della produzione dell’insulina.
Con meno insulina nell’organismo la glicemia rimane alta e ben oltre i livelli standard, e questo determina lo sviluppo di una patologia più grave, cioè il diabete di tipo 2. Più utilizziamo zuccheri semplici come miele, marmellate, dolci, gelati, zucchero da cucina, fruttosio, etc, e più la glicemia salirà in modo veloce, richiedendo alte dosi di insulina che, a sua volta, farà scendere velocemente la glicemia facendoci tornare la voglia di dolce.

Se usiamo invece zuccheri complessi come ad esempio la pasta integrale, il riso non lavorato, etc, e completiamo il nostro pasto con della verdura, ci saranno meno picchi glicemici e di conseguenza un minore rilascio di insulina e relativi vantaggi sulla forma fisica. Teniamo in considerazione che l’80% dell’insulinoresistenza si può curare con una dieta corretta.
Come valutare se si ha insulinoresistenza?
Le cose principali da tenere in considerazione sono:
– L’indice di massa corporea (BMI)
– Valutare se si ha spesso improvvisa voglia di dolci, insieme a tremori, sudorazione fredda e sete
– Indagare se in famiglia ci sono parenti di sangue con questi problemi (diabete o insulinoresistenza)
– Valutare la glicemia a digiuno e nella fase post prandiale (due ore dopo un pasto)
– Fare una curva glicemica. L’esame consiste in tre prelievi del sangue: il primo a digiuno, il secondo a un’ora dall’assunzione di una importante quantità di zucchero, il terzo dopo due ore
Sintomi associabili all’insulino-resistenza
All’inizio del suo sviluppo solitamente l’insulinoresistenza non dà sintomi; questi ultimi si manifestano in un secondo momento, come conseguenza degli alti livelli di glucosio nel sangue. I sintomi includono:
- Fame
- Letargia
- Difficoltà di concentrazione
- Pressione arteriosa alta
- Livelli di colesterolo alti
- Aumento di peso, soprattutto sul ventre
Se si sospetta una situazione di insulinoresistenza , il mio consiglio è quello di farsi consigliare dal proprio medico l’iter giusto da seguire per valutare più approfonditamente la situazione.
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